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Psicanalista affermato, ex studente modello, lucido, prestante, Luke Rhinehart conduce una vita "impegnata o, meglio, banale, intricata, in stato di libertà congelata". Stufo di blaterare di psicanalisi, borsa e orgasmi, di "far passare i propri pazienti da uno stato di stagnazione tormentata a uno stato di stagnazione compiaciuta", Luke è in crisi. La moglie è splendida, i figli adorabili, ma la famiglia gli appare "una specie di nodo scorsoio teso con infallibile precisione attorno alla gola". E la psicanalisi, "un lussuoso tranquillante a effetto più che ritardato, soprattutto dubbio". Al termine di un'ennesima, paludosa serata di poker, Luke tenta un rimedio alla noia: scorge fra le carte da gioco un dado, e gli "affida" una prima, formidabile decisione a "luci rosse", che coinvolge la moglie del suo migliore amico. Ingolosito dagli esiti a dir poco sconvolgenti, Luke non resiste alla tentazione di proseguire il gioco nei giorni successivi. Anche perché il dado reagisce bene, benissimo, si rivela anzi un mezzo oracolo: risponde a ogni domanda, dalla più banale alla più estrema... lanciando, letteralmente, Luke, e con lui uno stuolo sempre più nutrito di "cultori", in situazioni splendide quanto assurde, allucinanti ma illuminanti. Capitoli roventi (di sesso) ed esplosioni comiche, animati da una pungente satira di luoghi comuni e cliché della nostra bigia Società del Tardo Impero.